Herbert Wilhelmy (1910–2003)

Nel 1502, durante il suo quarto viaggio nel Nuovo Mondo, Cristoforo Colombo si trovava di fronte alle coste dell'Honduras. Lì si imbatté in un'imbarcazione mercantile dei Putunes. Fu il primo bianco a vedere un gruppo maya.
Dalle prime tracce di colonizzazione maya - nel bassopiano a nord della cordigliera guatemalteca (2600 a.C.) - all'invasione dei Toltechi (X secolo), alla rinascita e al definitivo e improvviso tramonto, un paziente lavoro di ricostruzione storica, filologica, geografica e artistica restituisce voce a un popolo che, apparentemente, abbandonò la scena della storia senza lasciare dietro di sé alcuna traccia.
Gli aspetti del territorio; la struttura e la gerarchia dei centri cerimoniali; le vie di comunicazione, lo scambio di merci e le piazze commerciali; la vita spirituale e la concezione del mondo; il linguaggio delle steli; la cultura matematica e astronomica, il calendario e il concetto ciclico del tempo; il sangue e il sacrificio; il destino dei Maya dopo l'occupazione spagnola.
Gli enigmi ancora irrisolti: le sorprendenti affinità e concordanze tra il mondo maya e l'antica Cina o l'India indo-buddista nelle forme artistiche, nelle concezioni e nei riti religiosi, nella simbologia, nelle idee di una cosmologia universale e nel calendario; le ipotesi sulla fine. Tutto quello che si è scoperto e tutto quello che c'è ancora da chiarire nella vita di una delle più grandi civiltà mesoamericane.… (mer)