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Om författaren

Foto taget av: Chiara Marra, October 6, 2007

Serier

Verk av Massimo Cacciari

The Necessary Angel (1988) 27 exemplar
Geofilosofia dell'Europa (1994) 24 exemplar
Il potere che frena (2013) 21 exemplar
Generare Dio (2017) 21 exemplar
Tre icone (2007) 17 exemplar
Dell'inizio (1990) 15 exemplar
Il lavoro dello spirito (2020) 12 exemplar
Icone della legge (1990) 12 exemplar
PARAISO Y NAUFRAGIO (2005) 10 exemplar
Io sono il signore Dio tuo (2010) 10 exemplar
Della cosa ultima (2004) 7 exemplar
Metafisica concreta (2023) — Författare — 6 exemplar
La Ciudad (2008) 6 exemplar
Hamletica (2009) 6 exemplar
Oikos : van Loos tot Wittgenstein (1982) — Författare — 4 exemplar
Labirinto filosofico (2014) 4 exemplar
Arte, tragedia, tecnica (2000) 4 exemplar
A Cidade (Portugues) (2010) 2 exemplar
El Poder Que Frena (2015) 2 exemplar
Morte. Fine o passaggio? (2013) 2 exemplar
Dialogo sulla solidarieta (1997) 2 exemplar
Generar a Dios 1 exemplar
Paraíso e naufrágio (2022) 1 exemplar
Dialogo Sobre La Solidaridad (1997) 1 exemplar
Vedova 1 exemplar
Wohnen. Denken (2002) 1 exemplar
El ángel necesario (1989) 1 exemplar
Le forme del fare (1987) 1 exemplar

Associerade verk

The Arcimboldo Effect (1987) — Bidragsgivare — 31 exemplar
Le tentazioni di sant'Antonio (2007) — Inledning, vissa utgåvor6 exemplar
Zeit : Mythos, Phantom, Realität (2000) — Bidragsgivare — 1 exemplar

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Recensioner

Può la metafisica essere concreta? La risposta a questa domanda dipende da come si definisce la “metafisica”. In senso tradizionale, la metafisica è la branca della filosofia che si occupa degli aspetti più profondi e universali della realtà, al di là dell’esperienza sensibile. In questo senso, la metafisica è spesso considerata una disciplina astratta e speculativa, che non ha un impatto concreto sulla realtà.

Tuttavia, è possibile anche concepire la metafisica in un modo più concreto. In questo senso, la metafisica può essere vista come una riflessione sulla natura della realtà che può avere implicazioni concrete per il nostro modo di vivere e pensare. Ad esempio, può aiutarci a comprendere il significato della vita, la natura del bene e del male, o il nostro rapporto con l’universo. Può anche avere un aspetto concreto in diversi modi.

In primo luogo, può aiutarci a dare un senso al mondo che ci circonda. Quando comprendiamo la natura della realtà, possiamo meglio orientarci in essa e prendere decisioni significative. In secondo luogo, la metafisica può ispirarci a vivere in modo più virtuoso. Quando comprendiamo il significato del bene e del male, possiamo essere più propensi a scegliere il bene. In terzo luogo, la metafisica può aiutarci a trovare un senso di connessione con l’universo. Quando comprendiamo la nostra posizione nel mondo, possiamo sentirci più parte di qualcosa di più grande di noi stessi.

Naturalmente, non tutti concordano sul fatto che la metafisica possa avere un aspetto concreto. Alcuni sostengono che la metafisica è intrinsecamente astratta e che non può avere alcuna rilevanza per il mondo reale. Altri, invece, ritengono che la metafisica possa avere un impatto concreto sulla nostra vita, anche se in modo indiretto. La risposta alla domanda se la metafisica possa avere un aspetto concreto dipende dal modo in cui si definisce la metafisica stessa e l’idea di concretezza.

La definizione di “concretezza” in “Metafisica concreta” di Massimo Cacciari sembra essere legata alla riflessione sulla relazione tra la metafisica, la scienza e la razionalità. Secondo quanto sono riuscito a capire, nei miei ristretti limiti intellettuali, il libro vuole esplorare concetti complessi come la relazione tra l’osservabile e l’inesauribile ricchezza dell’essere-relazione, nonché la relazione tra la theoría della cosa e la sua relazione al Tutto.

Si tratta di un sapere concreto che nasce e cresce con la cosa stessa, e viceversa, concentrandosi sull’attenzione per l’inosservabile dello stesso osservabile, avvolto nell’Infinito. Non sono un filosofo, non ho avuto la fortuna di avere insegnanti all’altezza di questa importante disciplina di studio, devo necessariamente usare le armi di quella insostenibile concretezza dell’essere che ogni comune mortale deve possedere quando si accorge di essere al mondo.

Non so come mi trovo ad avere tra le mani un libro di questo tipo. Ricordo di aver letto da qualche parte della sua uscita. Un libro con un titolo del genere è una sfida prima che un invito a leggere, specialmente se fatto da uno scrittore che porta quel nome. Dio mio, definire Massimo Cacciari scrittore è davvero riduttivo. Uno dei volti oltre che delle menti più televisive del pianeta. Filosofo, politico, saggista, polemista, opinionista, e scusate se ignoro altre possibili qualità.

Non saprei dire quale viene prima. Il suo lavoro va visto nel suo duplice essere un soggetto/oggetto sia come contenitore che contenuto. Compare al numero 41 nella collana Biblioteca Filosofica di Adelphi insieme a nomi che potete immaginare. 425 pagine, edizione rilegata, 19 capitoli con un indice dei nomi, per un prezzo poco popolare tanto per mantenerci nella giusta idea di concretezza. Anche la filosofia ha un prezzo, figuriamoci poi la metafisica.

Se questo è il libro di Massimo Cacciari, nella sua fisicità, inteso come contenitore, per quanto riguarda il contenuto non sono ancora in grado di dare un giudizio, fare una valutazione. Non so se mai sarò in grado di pensarli e scriverli, né tanto meno di leggere l’opera fino in fondo. Un libro del genere non può essere “letto” nel modo popolare e tradizionale nel quale si legge un qualsiasi altro libro.

Qui si tratta non solo di filosofia, ma di metafisica. Se avete avuto la fortuna e il piacere poi di vedere e ascoltare Massimo Cacciari dal vivo o in tv, vi renderete conto quanto non sia metafisico il suo pensiero, ma ben radicato sul terreno quanto mai infinito, quello delle sue conoscenze. Una metafisica concreta, appunto. Non mi sono ancora ripreso dalla lettura del primo capitolo.

Ha per incipit questo titolo: “Nos adoramus quod scimus”. Un pensiero ripreso dal Vangelo di Giovanni per dire che “noi adoriamo ciò che conosciamo”. Non so cosa potrò sapere leggendo quello che Massimo Cacciari pensa e scrive in questo suo libro. A quanto ho capito fa parte del suo sistema filosofico composto, a quanto scrive l’editore, da un folto gruppo di titoli creato nell’arco di oltre un trentennio di studi e pubblicazioni. Davvero lunga è allora è la strada che un lettore improvvisato e sprovveduto come me deve percorrere. Saremo davvero in pochi a sapere se la metafisica è “concreta”.

MEDIUM -https://angallo.medium.com/pu%C3%B2-la-metafisica-essere-concreta-aa01349682aa
… (mer)
 
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AntonioGallo | Nov 17, 2023 |
 
Flaggad
luvucenanzo06 | Sep 8, 2023 |
“Generare” un libro che abbia senso. Forse il titolo di questa "review"non è molto appropriato. Spero di chiarire al meglio quello che intendo dire di questo libro del filosofo Massimo Cacciari, appena uscito per le edizioni de "Il Mulino". Siamo in atmosfera prenatalizia, una buona occasione che ne ha suggerito la pubblicazione. Un libro che oltre al riferimento religioso della ricorrenza del Natale, ha un forte richiamo alle problematiche legate alla quotidianità per quanto concerne la crisi dei valori, sia religiosi che etici, politici ed umani. Detto in breve: la crisi, vera o presunta, della nostra civiltà.

Massimo Cacciari non ha bisogno di presentazioni. Uno dei massimi esponenti della cultura italiana, professore emerito di filosofia, intellettuale impegnato, anche politicamente, ma per niente condizionato da ideologie fondamentaliste. Sempre libero di pensarla come può pensare un filosofo che non deve credere, che non ha bisogno di pregare perchè, lui dice che, solo facendo ricerca, si avvicina alla preghiera.

Così ha risposto in un’intervista ad un giornalista che lo stuzzicava sulla sua fede, dopo di averlo provocato facendogli fare una smorfia di disgusto a sentire parlare di un ennesimo, prossimo Natale fatto di panettoni, pubblicità, soldi, feste e festine. Una società come quella attuale, nella quale si succedono episodi che mortificano storia, cultura e tradizione. Tutta “roba” nostra, che non tutti possono condividere.

Chi evita di fare il presepe a scuola, chi rinunzia alla messa di mezzanotte, chi si accontenta di prediche che non hanno granchè di religioso. Sono solo alcuni esempi di percorsi attuali verso un qualunquistico ateismo o, quanto meno, non religiosità. Il tutto, in un’atmosfera di totale indifferenza per il vero senso di questa festa. Per questa ragione, lui, filosofo non credente, decide di pubblicare un libro, anzi di “generarlo”, alla stessa maniera di come una “ragazzetta” (così definisce la Madre di Dio), "genera Dio".

Non ha timore ad affermare che “sono i cristiani i primi ad avere abolito il Natale perchè l’indifferenza regna sovrana e avvolge tutti, laici e cattolici. Non ci si rende conto che il cristianesimo è una parte fondamentale del nostro percorso, della vicenda personale di ognuno di noi, qualcosa con cui ci confrontiamo ogni giorno". Continua dicendo che nessuno sembra riflettere sul significato della venuta di “Qualcuno” che ha tagliato in due la storia: il prima e il dopo Cristo. Un Dio che si è fatto uomo non per dominare, ma per stabilire un contatto con i suoi figli.

Perchè questo è il Natale. Invece, secondo il filosofo che, in quanto tale, non può essere credente, questo evento è diventato una favoletta che si racconta e basta, senza pensarci su troppo. Anzi, facendo di tutto per non dare fastidio a chi non conosce o non accetta questa narrazione. Non ci si rende conto che questa venuta è destinata a “scandalizzare” anche altri, ebrei. slamici o buddisti che possano essere.

Non si ha la consapevolezza dell’evento, del fatto che solo con il dovuto approfondimento, si può arrivare al dialogo. Una vicenda così grande ed incommensurabile come quella che si è detto, di un dio dialogante con i suoi figli, e quello straordinario di una una “ragazzetta” destinata a generarlo. “Generare Dio”, appunto. Da questo contesto che affonda le sue radici nello spazio e nel tempo, nasce il libro partendo dal volto di questa ignota “ragazzetta” così come l’hanno immaginata nella storia delle arti di tutti i tempi tanti artisti.

Massimo Cacciari sceglie la Madonna Poldi Pezzoli del Mantegna come immagine di copertina del suo libro, volutamente sfocata per dare la possibilità al lettore di mettere a fuoco con la lettura del suo libro, i suoi pensieri, le sue riflessioni su un evento che definire straordinario è poco. Un’ultima riflessione per dire il libro ha per sottotitolo “Icone. Pensare per immagini”.

Quanti sono stati nel corso dei secoli i modi, gli stili e le tecniche, nel tentativo di dare un’immagine possibile al volto di questa inconsapevole “ragazzetta” destinata a generare il figlio di Dio? Immagini con le quali tutti abbiamo cercato di dare forma a questo volto al quale non ci stanchiamo mai di riferirci. Massimo Cacciari ci invita però, oltre a fare considerazioni di ordine estetico, anche a comprendere il senso di questo evento che resta comunque misterioso, puro atto di fede donato alla ragione degli uomini.
… (mer)
 
Flaggad
AntonioGallo | Oct 9, 2019 |
Finalmente sono riuscito a trovare il quarto volume; e ritrovo Machiavelli, raccontato, tra l’altro, da Cacciari. Ed è un bell’incontro, il filosofo fiorentino che ha reso la politica una scienza è sempre stato uno dei miei autori preferiti. La vulgata popolare lo riduce ad un motto, il fine giustifica i mezzi; chi sa qualcosa in più vede un filosofo cinico che è alla base della visione di Hobbes dell’uomo. Ma non è così; sia ne Il Principe che nei discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, il filosofo fiorentino utilizza la storia per comprendere il presente. Ma Machiavelli non è Vico, lui vive il presente e per il presente cerca soluzioni; da fiorentino è pragmatico ed individua il vulnus italiano che caratterizzerà i secoli successivi: l’assenza dell’idea di nazione, l’incapacità di pensare che un unico uomo deve prendere in mano le redini del futuro di un popolo. L’idea di proporre anche alcuni passaggi della Mandragola, la commedia popolare in cui Callimaco per andare a letto con la bella Lucrezia imbandisce una serie di raggiri in quello che diventerà il naturale palcoscenico delle commedie settecentesche. In conclusione, qualche passaggio dedicato a Jean Bodin, il filosofo francese che asseriva l’esigenza di riconoscere il valore assoluto della monarchia.… (mer)
½
 
Flaggad
grandeghi | Sep 26, 2019 |

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