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Umberto D'Ancona

Författare till La lotta per l'esistenza

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La dinamica dell'interazione di una popolazione di prede con una popolazione di predatori è descritta da un'equazione differenziale non lineare detta di Volterra-Lotka. Verso la metà degli anni '20, lo zoologo Umberto D'Ancona aveva suggerito a Vito Volterra di studiare il problema delle fluttuazioni di alcune popolazioni di pesci dell'Adriatico: il modello proposto da Volterra era lo stesso, in alcuni casi particolari, di quello ricavato da Alfred James Lotka per descrivere l'interazione di due specie di insetti, l'una parassita dell'altra. Parlando di "teoria matematica della lotta per l'esistenza", lo stesso D'Ancona annota: "[questa teoria] non è sorta quale derivazione dallo studio sperimentale o dall'osservazione del comportamento in natura delle associazioni, ma è stata elaborata in maniera puramente teorica, partendo da alcuni presupposti presi da osservazioni sperimentali o da considerazioni ritenute verosimili e compatibili con quanto si verifica in natura" (U. D'Ancona, La lotta per l'esistenza, Einaudi, Torino 1942, p. 295). L'equazione di Volterra-Lotka costituisce dunque un modello nel senso di Von Neuman, che fornisce una descrizione approssimativa di un'interazione preda-predatore (la Biologia matematica studia oggi modelli più sofisticati, anche se in ogni caso semplificati rispetto a ciò che accade davvero in un ecosistema complesso).

D'Ancona era genero del celebre matematico Vito Volterra con cui collaborava in ricerche di biologia matematica. Ed ecco cosa scriveva la suocero in alcune lettere degli anni trenta: che dirsi darwinista era antiscientifico, che l'evoluzionismo restava soltanto come un'ipotesi di lavoro, e che anche la teoria delle mutazioni (base della teoria sintetica) non era in grado di dimostrare la teoria darwiniana.

Da una lettera inviata il 23 febbraio 1935:

In merito all'evoluzione non credo che oggi nessuno zoologo possa obbiettivamente dire di essere darwinista. Oramai questa è una fase superata. Si può essere evoluzionista, ma non più darwinista.
In quanto poi all'evoluzione essa è entrata su un terreno obbiettivo di sperimentazione e soltanto su quest'ultimo si può discutere. Effettivamente i risultati finora non sono molto promettenti, per cui lo scetticismo della maggior parte degli zoologi è ben giustificato.
Si può riconoscere però che l'evoluzione è sempre l'unica ipotesi plausibile di cui noi disponiamo e che fino a che non abbiamo di meglio dobbiamo ammetterla come ipotesi di lavoro.
Ma non più. Certamente si andrà avanti e si formuleranno nuove ipotesi più aderenti ai fatti. Probabilmente l'evoluzione ritornerà sotto altra forma. Ma non credo sotto la forma darwiniana perché sarebbe un ritorno indietro.
In ogni modo non si può dire d'essere darwinista o no; tale espressione sarebbe antiscientifica. È soltanto sul terreno sperimentale che si può discutere e questo è molto diverso da quello che era ai tempi di Darwin.

Da una lettera inviata il 28 febbraio 1935:

Non che io voglia discutere gli enormi meriti di Darwin, che è stato veramente geniale nella sua teoria e che ha portato il più grande contributo che mai sia stato dato alle ricerche zoologiche. Indubbiamente delle sue ricerche, oltre allo stimolo che hanno dato, molto rimane ancora, fra altro nel caso specifico la teoria della lotta per l'esistenza nei suoi riguardi all'economia della natura. Ma che la lotta per l'esistenza abbia importanza per l'evoluzione non ci crede più nessuno. Non ci crederebbe più nemmeno Darwin se vivesse.

Da una lettera inviata il 1° maggio 1936:

In Inghilterra poi, un po' anche per ragione di sentimentalismo nazionale, prendono ancora le parole di Darwin come fatti sicuri.
Invece bisogna riconoscere che dal 1859 a oggi, per merito di Darwin anzitutto, le conoscenze zoologiche hanno fatto grandissimi progressi. Quanto allora sembrava sicuramente documentato oggi non ci sembra più così sicuro. Perciò dobbiamo cercare prove nuove, fatti nuovi. Non si può quindi riesumare la teoria darwiniana senza appoggiarla su fatti nuovi. I fatti vecchi sono stati esaurientemente esaminati e discussi. Di fatti nuovi però finora non se ne vedono.
Al momento attuale l'ultima evoluzione che abbia avuto una sicura dimostrazione sperimentale è quella delle mutazioni. Ma queste non dimostrano l'evoluzione darwiniana.
… (mer)
½
 
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MareMagnum | May 25, 2006 |

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