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Verk av Luigi Spina

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Tabula Rasa (2014) — Omslag, vissa utgåvor160 exemplar

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Vedertaget namn
Spina, Luigi
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photographer

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Questa non è una recensione ma solo una anticipazione informativa.

Di tutti i libri che sono stati scritti e si continua a scrivere, questo di cui ho deciso di occuparmi è certamente uno dei più interessanti. La cosa curiosa è che non è stato ancora pubblicato. Utilizzo le informazioni che ho letto in un articolo apparso su uno degli ultimi numeri di “La Lettura” a firma di Stefano Bucci. Il titolo definisce il necessario contesto che ogni libro che si rispetti deve necessariamente avere: “Pompei senza nessun altro”.

Il fotografo Luigi Spina è andato domus per domus a ritrarre il sito più famoso al mondo. Il progetto è nato durante il lockdown pandemico, un viaggio nelle sensazioni, emozioni e pensieri tra le mura della città come immaginate nella grafica qui sotto.

Quasi 1500 scatti raccolti in un volume. A me piace molto la fotografia. Credo che questa idea di fermare in immagini il racconto di una città antica di millenni, distrutta da un vulcano e, paradossalmente, dallo stesso salvata, sia una idea tanto fantastica quanto realistica.

Milioni di visitatori provenienti da ogni parte del mondo percorrono oggi, a distanza di oltre duemila anni, le strade di questa città che si distende ancora oggi a pochi km da dove vivo, alle falde del suo vulcano distruttore chiamato Vesuvio.

Ogni mattina, ho la possibilità, dalla casa in cui vivo, di lanciare uno sguardo su questa Valle che si distende fino al mare, verso l’isola di Capri. L’occhio sorvola la guglia del campanile della Chiesa della moderna Pompei e arriva fin sulla cima del monte Epomeo dell’isola di Capri. A destra si stendono sia la moderna che l’antica città di Pompei.

C’è un anfiteatro a Pompei che ha nove porte, una di queste conduceva a Sarno, nella Valle del fiume omonimo e che fu abitato dai Sarrasti verso il 1600 avanti Cristo, qualche millennio prima della fondazione della città.

Infiliamo questa porta ed eccoci dentro Pompei. Nel suo viaggio in Italia, il turista viaggiatore poeta e filosofo Goethe scrive nel suo “Viaggio in Italia” (1787):

“Domenica andammo a Pompei. Molte sciagure sono accadute nel mondo, ma poche hanno procurato altrettanto gioia ai posteri. Credo sia difficile vedere qualcosa di più interessante. Le case sono piccole e anguste, ma tutte contengono all’interno elegantissime pitture, un posto mirabile, degno di sereni pensieri”.

L’idea di una sciagura che può trasformarsi in un’occasione per un altro libro fatto soltanto di immagini scattate e commentate durante la pandemia, in solitudine, senza turisti in giro, esplorando gli spazi, ascoltando silenzi irreali di voci perdute e ritrovate, armato soltanto di una fotocamera, senza luci artificiali.

Circa 1450 foto tra marmi policromi, fregi con episodi dell’Iliade, portici scanditi da pilastri con capitelli in stile corinzio, architetture fantastiche dipinte in toni di giallo, rosso, verde, azzurro, viola.

Unici esseri incontrati Satiri, Menadi, Muse in giardini incantati, popolati di piante e di uccelli, mosaici di pietre colorate, nicchie, tempietti per il culto di antenati, armadi, sedie, bracieri, sculture.

Sono le dimore di Giulia Felice, di Octavius Quartio, Marco Lucrezio Frontone, Cecilio Giocondo, dei Vetti e di tanti altri noti ed ignoti cittadini, scomparsi ma ancora presenti, in un tempo perduto e stranamente ritrovato.

Non pensate che questo libro sia una solita guida, come tante, milioni di libri che sono stati scritti. Qui, in queste immagini, questi sono luoghi che hanno un’anima sugli altarini dei Lari affrescati di un fondo rosso, con architetture delicate, ghirlande candelabri, nelle case dalle pareti rosse, dove sembra che si sentano ancora oggi voci perdute che ci salutano e ci danno il benvenuto.

La Casa Editrice che ha deciso di pubblicare questo libro ha scelto per motto una frase di Gustave Flaubert: “Non leggete come fanno i bambini, per divertirvi, o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.”

Avere tra le mani questo libro significa vivere quelle situazioni fatte di “interni” che “sterminator Vesevo” credeva di distruggere e che invece ha conservato. “Interni” che diventano “esterni” nel momento in cui il lettore avrà il libro di Luigi Spina, fotografo, tra le sue mani. Un libro che ha “peso” diverso da tanti altri scritti su Pompei. Un “peso” diverso, anche nel prezzo …

MEDIUM -https://angallo.medium.com/interni-ed-esterni-di-pompei-1dce8c18b849
… (mer)
 
Flaggad
AntonioGallo | Sep 25, 2023 |

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