Gli introvabili, ignoti e dimenticati della letteratura italiana

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Gli introvabili, ignoti e dimenticati della letteratura italiana

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1LolaWalser
feb 11, 2011, 8:40 pm

Qualche tempo fa ho portato a casa un sacco di libri italiani scartati dalla biblioteca (eh già, vuole dire che i prestiti calavano, finchè non hanno smesso di tutto--un pò come l'italofonia qui a Toronto), per lo più poco conosciuti. La maggioranza è stata scritta o pubblicata dagli anni trenta ai sessanta del Novecento, un periodo alquanto brullo di opere maestre (eccetto Calvino?) Non so quando riuscirò a leggerli tutti (ne ho la più solenne intenzione), ma, capiti quando capita, mi farebbe un gran piacere sentire i pareri degli altri che li hanno letti, o anche solamente incontrati in qualche modo, i libri stessi o gli autori. E poi, se qualcun'altro sa dei casi così, vi prego di farli conoscere!

Allora, comincio con Carlo Bernari di cui ho letto Napoli silenzio e grida, una collezione autobiografica che mi ha portato a continuare con Un paradiso abitato da diavoli, una selezione di scritti di Benedetto Croce. Ma la cosa più interessante (e divertente), per me, fu il saggio su due poeti napoletani di secolo decimosettimo, Giulio Cesare Cortese e Filippo Sgruttendio, cui singole identità si hanno fuse, per oblio, sembra, in un cadavre exquis letterario, Cortese-Sgruttendio.

2ddejaco
feb 13, 2011, 4:57 am

Brullo è un po' forte: è anche il periodo di Gadda e Vittorini, per dire. Comunque, se ti interessano i napoletani, cerca i primi scritti di Domenico Rea.
De Jaco

3LolaWalser
feb 13, 2011, 9:50 am

#2

Hai ragione, aggiungerei anche Buzzati, Landolfi, Bufalino (il problema nel sistemare questi libri "ignoti", inoltre pura ignoranza, è mio punto di vista mobile, da una contemporaneamente dentro e fuori dalla cultura europea ed italiana).

Grazie per la raccomandazione. Di Rea ho letto Diario napoletano, ne leggerei volentieri di più. Guarda che non mi sono mai chiesta se i napoletani fossero un tema prediletto, però adesso che ci penso, forse è vero--anche una delle mie scrittrici/scrittori preferiti è la molto "napoletana" Anna Maria Ortese.

Il tuo nome mi ricorda un'altra scoperta recente, Viaggio di ritorno di Aldo De Jaco (un parente?) Una storia dell'idealismo perduto nel dopoguerra (simile a quella che ha vissuto mio nonno)...

4ddejaco
feb 13, 2011, 12:13 pm

Prova anche "Tre operai" di Bernari. Gli anni '50 e '60 a Napoli sono stati interessanti (visione di parte: io sono napoletano). Aldo era mio padre.

5LolaWalser
feb 13, 2011, 1:43 pm

Guarda che caso! Lietissima di fare la tua conoscenza! :)

6cf66
feb 15, 2011, 7:19 am

Forse fra questi libri scartati c’è qualche opera di teatro?
Lo dico perché nel mio paese, Spagna, le collane di teatro erano piuttosto comuni una volta (il teatro non solo è quello che si mette in scena, si legge) e sono sparite pian piano.
Quando mi affacciavo all’italiano trovai qualche traduzione di autori degli anni sopradetti. Ricordo un’antologia di Ugo Betti ed una commedia di Diego Fabbri, La ardilla (Lo scoiattolo, 1961). Mi è rimasta impressa perché allora la collegai con la corrente di cattolicesimo tragico (ad es. Bernanos) a cui a quel tempo dedicavo attenzione.
E certo, nelle antologie tradotte di teatro italiano c’era Edoardo, che non mi disse quasi niente, a dimostrazione di quanto Lei diceva sui “handicap” del teatro dialettale (e anche della mia mancanza di perspicacia).

7LolaWalser
feb 15, 2011, 10:56 am

La prego di darmi del tu, cara panbiot!

No, questi libri che ho "salvati" sono tutti romanzi, molti, direi, di un genere specifico (neorealismo?) In ogni caso, sembra che vengano da una collezione particolare, deliberata.

Anche a me mi piace la forma drammatica fuori scena, come l'ha usata Sartre, per esempio, è l'antico dialogo filosofico arricchito dalla psicologia e voci molteplici.

Parlando del dramma spagnolo, l'ultimo che ho letto era El eterno femenino di scrittrice messicana Rosario Castellanos (la conosce?), molto forte, molto divertente, efficace anche in sola lettura.

8cf66
Redigerat: feb 20, 2011, 4:54 am

Grazie della confidenza! Io mi chiamo Cristina.
Non ho letto il dramma che sugerisci. Vedo che tratta della Malinche, la mujer azteca de Cortés. Interessante! Nella biblioteca del mio municipio soltanto ci sono due romanzi (e uno è tradotto) di lei , ma lo cercherò in Spagna. Le mie letture ispanoamericane si limitano ai tempi della mia laurea (era una materia), più di vent'anni fa.
Non avevo fatto caso della relazione dialogo filosofico-teatro contemporaneo, ma mi sembra chiaro che c'è (cos'è, in fondo Aspettando Godot). Non sono molto ferrata in Sartre, ma ho un certo legame con Ionesco, da quando lessi, ancora giovane, Rhinocéros.
Cordiali saluti,

9LolaWalser
mar 1, 2011, 11:15 am

Adoro Il rinoceronte! Ecco, m'è venuta voglia di leggere Ionesco adesso... subito... :)

10dzog
mar 1, 2011, 1:33 pm

so che c'è persino un film con un "vecchio" attore americano Zero Mostel tratto dalla piece di Ionesco