Interesting piece of history, yet not particularly gripping as a read. ( )

Ms. Simpson was a survivor of the Stockholm - Andrea Doria collision. In this incredible documentary of that ill-fated trip she does what has not been done before. Alive on the Andrea Doria not only tells passenger and crew stories but also has explanations from nautical experts explaining how and why the collision took place.

Pierette Domenica Simpson was a child on July, 25 1956 traveling with her Grandparents to America where she was going to live with her mother and stepfather. Then her life and many others became perilously endangered when the Stockholm hit the Andrea Doria, the pride of the Italian fleet.

Ms. Simpson does an awesome job of telling the story of this catastrophic event. She tells the story through the eyes of many of the passengers that were aboard - their dreams - their hopes - where they came from - where they were going - their terror - where they are today.

Ever since that tragic night Ms. Simpson had wanted to find out why the collision occurred. She didn’t accept the overall belief that it was the Italian, Captain Calamai’s fault. It was important to be able to put this to rest and have closure. She sought out the help of nautical experts to recreate the collision paths using documented transcripts of the Bridge crew from both ships and today’s technology. In this way they discovered that the assumed guilt of the Italian crew was misplaced.

Alive on the Andrea Doria is a spellbinding tale of the “Greatest Sea Rescue in History.” Ms. Simpson did a wonderful job. Rather than making this a run-of the-mill dry documentary, it is a deep-felt account of a tragedy that should not have happened.

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o è diviso in due parti. La prima raccoglie le testimonianze delle persone a bordo. La seconda è un’indagine su ciò che è accaduto.

Le testimonianze sono un po’ di tutti i tipi: molti passeggeri di classe turistica, che erano emigranti o emigrati che, visitato il proprio paese, ritornavano in USA, passeggeri della prima classe, spesso nomi celebri, ufficiali o passeggeri che conoscevano l’Ile de France (principale soccorritrice).

La sequenza degli eventi:
la nave svedese Stockolm che viaggiava verso l’Europa, si infila con la prua nella paratia di destra dell’Andrea Doria. Col la sua prua rompighiaccio entra come un coltello nel burro. Ci rimane attaccata per qualche lungo secondo e poi fa marcia indietro. L’Andrea Doria rimane a galla per 11 ore prima di andarsene giù. Disgraziatamente dopo 10 minuti è già inclinata su di un fianco. Metà delle scialuppe non possono essere messe a mare.

L’incidente della Doria e della Stockolm viene usato ancora oggi nelle scuole radar degli USA. Quali errori si devono fare ed evitare affinché due navi cha viaggiano su rotte parallele in direzione opposta non si diano addosso.

Il processo non ci fu. Le compagnie, entrambe assicurate con i Lloyd’s, preferino patteggiare. Il risultato fu che, poco dopo, la Svezia fece una grossa commessa all’Ansaldo di Genova salvandolo dalla bancarotta.

Il comandante Calamai ricevette solidarietà dall’ambiente marittimo di tutto il mondo, tranne che dalla propria Compagnia.

Una parte della stampa ricercò colpevolezze tra l’equipaggio italiano; vista la nostra fama era inevitabile anche se ingiusto. Gli stereotipi sono duri a morire. E tutto ciò con un naufragio di cui furono responsabili gli svedesi, un ottimo comportamento generale, il comandante che lasciò la nave per ultimo, solo dopo che i suoi ufficiali risalirono per stare con lui.

Esattamente tutto ciò che, 56 anni dopo, è mancato sulla Concordia. ( )

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