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Laddar... Killing Commendatore, Part 1 of 2 (2017)458 | 21 | 54,107 |
(4.05) | 1 | The epic new novel from the internationally acclaimed and best-selling author of 1Q84In Killing Commendatore, a thirty-something portrait painter in Tokyo is abandoned by his wife and finds himself holed up in the mountain home of a famous artist, Tomohiko Amada. When he discovers a previously unseen painting in the attic, he unintentionally opens a circle of mysterious circumstances. To close it, he must complete a journey that involves a mysterious ringing bell, a two-foot-high physical manifestation of an Idea, a dapper businessman who lives across the valley, a precocious thirteen-year-old girl, a Nazi assassination attempt during World War II in Vienna, a pit in the woods behind the artist's home, and an underworld haunted by Double Metaphors. A tour de force of love and loneliness, war and art-as well as a loving homage to The Great Gatsby-Killing Commendatore is a stunning work of imagination from one of our greatest writers.… (mer) |
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Vedertagen titel |
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Information från den italienska sidan med allmänna fakta. Redigera om du vill anpassa till ditt språk. Per dire qualcosa, riassunsi quello che avevo appena sentito. Quando non so cosa rispondere, riassumere le parole di chi mi sta parlando è una mia vecchia abitudine (cosa che irrita molto la persona in questione, va da sé). Poi vidi il responsabile dei rumori notturni. Se ne stava acquattato su una trave, nell'oscurità. Era un piccolo gufo grigio. Teneva gli occhi chiusi e probabilmente dormiva. Spensi la torcia e lo osservai in silenzio da una certa distanza, per non spaventarlo. Era la prima volta che vedevo un gufo da tanto vicino. Più che un uccello, sembrava un gatto con le ali. Una bellissima creatura vivente. «Aveva ragione lei. Posare per un quadro è molto più impegnativo di quanto avessi immaginato, – disse Menshiki. – Al pensiero che si viene dipinti, poco per volta si ha l'impressione che ci venga portata via l'anima». «Non portata via, ma spostata da un'altra parte. Che, in fondo, se uno ci pensa, è una buona definizione di arte», risposi. «Spostata in un luogo più duraturo, cioè?» «Certo. Se il ritratto è un'opera d'arte, sì». «Come quel postino sconosciuto raffigurato da Van Gogh, ad esempio?» «Esattamente». «Di sicuro quell'uomo non se lo immaginava nemmeno lontanamente che dopo cento e passa anni la gente sarebbe andata in un museo, o avrebbe aperto un libro d'arte, solo per poterlo ammirare immortalato in quel quadro». «Su questo non ci sono dubbi, non gli sarà nemmeno venuto in mente». «Per lui sarà stato solo un quadro stravagante, dipinto in un angolo di una misera casa di campagna da un pittore che doveva sembrargli un po' spostato…» Annuii. «Fa uno strano effetto, a pensarci – proseguì Menshiki. – Qualcuno, che non possiede nulla per essere ricordato in eterno, finisce per acquisire questa prerogativa grazie a un incontro casuale». | |
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Avslutande ord |
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Särskiljningsnotis |
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Förlagets redaktörer |
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På omslaget citeras |
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Ursprungsspråk |
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Kanonisk DDC/MDS |
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Kanonisk LCC |
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Tuttavia, i simboli sono insidiosi perché, pur veicolando significati immediatamente riconoscibili grazie alla loro diffusione e familiarità, potrebbero comunicarne alcuni non più condivisibili. È uno dei motivi per cui ci piacciono tanto lз autorз che maneggiano vecchi simboli stantii e li rinfrescano dando loro un significato e un’interpretazione che li rendono nuovamente parte integrante delle storie che ci circondano ed entrano a far parte di noi.
Rimuginando a lungo su cosa mi era piaciuto e cosa no de L’assassinio del Commendatore, sono arrivata alla conclusione che Murakami usa i simboli in maniera classica, cioè senza stravolgerne il significato – una cosa che non ho apprezzato particolarmente – ma in un contesto innovativo – cosa che, invece, ho gradito. Penso che questo sia il motivo per cui Murakami viene così spesso accusato di sessismo – a meno che non abbia rilasciato delle interviste inequivacaboli, ma, non seguendolo, non ne ho la più pallida idea. I simboli che ruotano intorno alla figura femminile in questo romanzo sono quasi tutti abbastanza terrificanti e, anche se alcuni posso inquadrarli in un’ottica nipponica, non ho potuto fare a meno di rabbrividire.
Scritto questo, non posso affermare che L’assassinio del Commendatore non mi sia piaciuto. Nonostante non sia la mia tazza di tè, do atto a Murakami di avermi intrattenuto in sua compagnia abbastanza piacevolemente. Non diventerà il mio autore preferito, ma ho tutta l’intenzione di leggere altro di suo – eh sì, Kafka sulla spiaggia, sto pensando proprio a te. ( )