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L' infinito viaggiare av Claudio Magris
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L' infinito viaggiare (utgåvan 2005)

av Claudio Magris

MedlemmarRecensionerPopularitetGenomsnittligt betygDiskussioner
1613168,412 (3.59)Ingen/inga
A writer for whom the journey has always mattered reinvents the very form itself in this inviting collection of in-the-moment impressions of his journeys A writer of enormous erudition and wide-ranging travels, Claudio Magris selects for this volume writings penned during trips and wanderings over the span of several decades. He has traveled through these years with many beloved companions, to whom he dedicates the book, and sought the kind of journey "that occurs when you abandon yourself to [the gentle current of time] and to whatever life brings." Taken together Magris's essays share a clearly identified theme. They represent the motif of the journey in all its aspects-literary, metaphysical, spiritual, mythical, philosophical, historical-as well as the author's comprehensive understanding of the subject or, one might say, of his own way of being in the world. Traveling from Spain to Germany to Poland, Norway, Vietnam, Iran, and Australia, he records particular moments and places through a highly personal lens. A writer's writer and a reader's traveler, Magris proves that wandering is equal part wondering.… (mer)
Medlem:munhak
Titel:L' infinito viaggiare
Författare:Claudio Magris
Info:Milano, Mondadori, 2005
Samlingar:Ditt bibliotek
Betyg:
Taggar:Ingen/inga

Verksinformation

Journeying av Claudio Magris

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… perche’ il viaggio - nel mondo e sulla carta - e’ di per se’ un continuo preambolo, un preludio a qualcosa che deve sempre ancora venire e sta sempre ancora dietro l’angolo; partire, fermarsi, tornare indietro, fare e disfare le valigie, annotare sul taccuino il paesaggio che, mentre lo si attraversa, fugge, si sfalda e si ricompone come una sequenza cinematografica, con le sue dissolvenze e riassestamenti, o come un volto che muta nel tempo. (vii)
(... o come la lettura o rilettura di un libro.)

Il viaggio dunque come persuasione. Forse e’ soprattutto nei viaggi che ho conosciuto la persuasione, nel senso dato a questa parola da Carlo Michelstaedter; quella vita autosufficiente, libera e appagata…
La persuasione: il possesso presente della propria vita, la capacita’ di vivere l’attimo, ogni attimo e non solo quelli privilegiati ed eccezionali, senza sacrificarlo al futuro, senza annientarlo nei progetti e nei programmi, senza considerarlo semplicemente un momento da far passare presto per raggiungere qualcosa d’altro. (viii)

Come dice il titolo di un fulmineo capitolo di Quesada, l’individuo siede su una panchina, passeggia o legge dei libri per convincersi di esistere, ma non esiste. Sorride, il sorriso malinconico e derisorio di Nessuno. (30)

Ludwig e’ stato un architetto di sogni, costruiti letteralmente come castelli in aria - il castello di Neuschwanstein, che sembra appeso alla montagna - contro tutte le realta’ del XIX secolo, contro il razionalismo, la scienza, la tecnica, l’industria, la borghesia, lo Stato, il liberalismo, il nazionalismo, la democrazia, il socialismo. (76)

Il fascino e la maledizione della Mitteleuropa consistono invece nella struggente e feroce incapacita’ di dimenticare, nella puntigliosa memoria che protocolla tutto e rilegge ogni giorno il verbale dei secoli, … (145)

L’unita’ dell’Europa centrale sotto l’egemonia tedesca e sotto quella sovietica e’ fallita; la nuova Europa che speriamo sorga dall’attuale ribollire dovra’ essere, nella sua varieta’, una civilta’ in qualche modo unitaria, non un furibondo arcipelago di nazioni ed etnie ossessionate dalla propria particolarita’. 9 aprile 1989 (173)
(Caro Claudio, oggi, A.D. 2015, necessitiamo di una nuova riflessione su questi argomenti vista l’attuale egemonia economica franco-tedesca)

In queste stanze, nelle quali e’ stato scritto Delitto e castigo, non si immagina il rituale di un grande scrittore, ma piuttosto il gesto di chi, rientrato a casa, ripone l’ombrello al suo posto. (175)
(... e non potrebbe essere altrimenti con Dostoevskij)

Lo scrittore non puo’ incarnare nulla, neanche una tendenza o un mondo poetico, che sono autentici solo finche’ egli li esprime cosi’ come li vive, senza preoccuparsi di che cosa succedera’ loro, di quale effetto essi avranno nella realta’. Quando egli, anche per spirito di alta responsabilita’ morale, se ne occupa e se ne preoccupa, finisce la sua avventura poetica e comincia la sua gestione di quest’ultima, che deve tener conto di tante cose e conseguenze estranee ad essa. (177)
La retorica, ossia l’organizzazione e l’ingranaggio del sapere, esige questi ultimi uffici, ma la poesia - per usare i termini di Michelstaedter - ha a che fare con la persuasione ovvero con la ricerca, riuscita o fallita, di possedere la propria vita e di guardarla in faccia senza preoccupazioni diplomatiche. (178)

Kafka, Mann e Borges intuiscono l’assenza che c’e’ in ogni espressione, la vita vera cercata e mancata causaquesta ossessiva ricerca talora fuorviante, l’arte che per esprimere l’esistenza la perd, l’Io che scrivendo da’ senso al fluire del mondo ma si scopre un altro, attore o sostituito di se stesso. (218)

Danubio e’ sicuramente migliore di questo L’infinito viaggiare, giacche’, il primo, e’ costituito da un unico corpo (o fiume) e legato a scrittori che Magris ha letto da sempre (fin dalla sua tesi di laurea).
( )
  NewLibrary78 | Jul 22, 2023 |
El infinito viajar reúne cerca de cuarenta crónicas de viaje publicadas en el Corriere della Sera, reorganizadas geográficamente, con un esclarecedor prefacio que explica cómo Magris contrapone dos formas de entender el viaje en nuestra cultura: la concepción clásica del viaje circular, que implica el retorno final a la patria o al hogar, como en el caso de Ulises, desde Homero hasta Joyce; y la moderna, de raíz nietzscheana, en la que el desplazamiento es rectilíneo y cuya meta final no es otra que la muerte, que precisamente se intenta diferir a través de ese infinito viajar que implica ir cambiando a medida que nos desplazamos, mientras damos cuenta de esa transformación mediante la escritura. ( )
  juan1961 | Dec 6, 2020 |
Visar 3 av 3
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Ingen/inga

A writer for whom the journey has always mattered reinvents the very form itself in this inviting collection of in-the-moment impressions of his journeys A writer of enormous erudition and wide-ranging travels, Claudio Magris selects for this volume writings penned during trips and wanderings over the span of several decades. He has traveled through these years with many beloved companions, to whom he dedicates the book, and sought the kind of journey "that occurs when you abandon yourself to [the gentle current of time] and to whatever life brings." Taken together Magris's essays share a clearly identified theme. They represent the motif of the journey in all its aspects-literary, metaphysical, spiritual, mythical, philosophical, historical-as well as the author's comprehensive understanding of the subject or, one might say, of his own way of being in the world. Traveling from Spain to Germany to Poland, Norway, Vietnam, Iran, and Australia, he records particular moments and places through a highly personal lens. A writer's writer and a reader's traveler, Magris proves that wandering is equal part wondering.

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