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A History of the Bible: The Book and Its Faiths (2019)

av John Barton

MedlemmarRecensionerPopularitetGenomsnittligt betygOmnämnanden
4421255,883 (3.97)6
"A literary history of our most influential book of all time, by an Oxford scholar and Anglican priest In our culture, the Bible is monolithic: It is a collection of books that has been unchanged and unchallenged since the earliest days of the Christian church. The idea of the Bible as "Holy Scripture," a non-negotiable authority straight from God, has prevailed in Western society for some time. And while it provides a firm foundation for centuries of Christian teaching, it denies the depth, variety, and richness of this fascinating text. In A History of the Bible, John Barton argues that the Bible is not a prescription to a complete, fixed religious system, but rather a product of a long and intriguing process, which has inspired Judaism and Christianity, but still does not describe the whole of either religion. Barton shows how the Bible is indeed an important source of religious insight for Jews and Christians alike, yet argues that it must be read in its historical context--from its beginnings in myth and folklore to its many interpretations throughout the centuries. It is a book full of narratives, laws, proverbs, prophecies, poems, and letters, each with their own character and origin stories. Barton explains how and by whom these disparate pieces were written, how they were canonized (and which ones weren't), and how they were assembled, disseminated, and interpreted around the world--and, importantly, to what effect. Ultimately, A History of the Bible argues that a thorough understanding of the history and context of its writing encourages religious communities to move away from the Bible's literal wording--which is impossible to determine--and focus instead on the broader meanings of scripture"--… (mer)
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Fantastic read. ( )
  smadden2021 | Jun 5, 2023 |
Despite Barton being an Anglican priest, there is not a whole lot of difference between his history of the bible and Bart Ehrman's. Barton acknowledges the corruption of biblical texts, the contradictions within the gospels, and makes a good case that no one studying the current beliefs and organization of either Christianity or Judaism would be able to find a lot of it in the bible. Nor would someone reading the bible, conceive of Christianity and Judaism as they exist today. Throughout, his writing is clear, and his selections of texts from the bible or from biblical scholars are all excellent. Barton will make you appreciate and want to delve more into the stories in the bible, even if you aren't a believer. Throughout it all, Barton somehow maintains his own belief in the core story of Christianity, the salvation to be received through belief in Jesus Christ. This shows how powerful belief can be, because as I stated at the outset, Barton's analysis of the bible is not one that most Christians would agree with--or even read all the way through! I highly recommend this honest analysis by a person of faith. ( )
  datrappert | Jun 15, 2022 |
Non so quante versioni e edizioni di questo libro ho conosciuto, sfogliato e raccolto nel corso del tempo. Ricordo che ci fu un periodo in cui la Bibbia era venduta (non saprei dire se letta) a fascicoli settimanali in tutte le edicole d’Italia. Mio padre, oltre che tipografo, era anche un rilegatore, per anni ha fatto questo lavoro con i libri.

Le piccole biblioteche di casa degli Italiani di un paio di generazioni sono piene di questi libri. Almeno lo sono state. Oggi non so cosa le gente colleziona. Edizioni di cinque, dieci ed anche più volumi che venivano tutti allineati bellamente nel salotto di casa da chi a stento sapeva leggere e credeva anche di poter farsi una cultura. Religiosa o laica, a fascicoli.

Chi se lo poteva permettere, affiancava a questi libri qualcosa di più: i volumi della mitica Treccani che “guerreggiava” spesso con la Britannica, per chi si atteggiava a conoscere la lingua inglese. Oggi, questo tipo di “cultura”, che si manifestava tutta cartacea e patinata, con illustrazioni in quadricromie e copertine in finta pelle, fa parte del museo della memoria.

Posseggo ancora una versione su cassette della Bibbia letta e drammatizzata in inglese, (vedi la foto) oltre a diverse edizioni in video dei Comandamenti di un famoso regista. Nel giro di un ventennio questo libro che è, a dire il vero, una biblioteca, te lo puoi portare appresso sul tuo cellulare.

Un libro, un “testo” sia laico che sacro, diventato il nucleo centrale della cultura occidentale. Ha influenzato la letteratura, la musica, le arti, la nostra stessa storia e le istituzioni. Tuttora le case editrici in tutto il mondo stampano e vendono milioni di copie, anche se continua ad essere un libro piuttosto difficile sotto diversi punti di vista.

Rimane, comunque, il “nutrimento” della fede cristiana. L’autore di questo recente libro in lingua inglese John Barton, pubblicato anche in versione Kindle per pochi euro, cerca di rispondere alla domanda su quanto questa “biblioteca”, formata da una cinquantina di altri libri, continua ad interessare nel mondo di oggi.

Il titolo la dice tutta: “Una storia della Bibbia”. Si sarebbe potuto benissimo chiamare “Una Guida alla Bibbia” in quanto offre al lettore il racconto di come tanti libri, così diversi tra di loro, possano essere stati scritti e accettati come libri guida, (si dice canonici). Ma spiega anche come gli stessi, nel corso dei secoli, siano stati interpretati ed usati per vari e diversi scopi. Il libro di Barton, non a caso, ha per sottotitolo “Il Libro e le sue Fedi”. Si riferisce a quella sia dei Cristiani che degli Ebrei.

C’è un intero capitolo dedicato alla scrittura del libro, vista alla luce delle varie trascrizioni dalle migliaia di papiri sui quali i testi vennero scritti i quali contengono numerose differenze. In un altro capitolo, l’autore discute le svariate traduzioni antiche e moderne fatte nel corso dei secoli e mette in guardia i lettori sulle tante e diverse interpretazioni possibili, incluse quelle dei vari addetti a comunicare la parola del “Signore”.

La Bibbia contiene molti generi narrativi: racconti, metafore, parabole, testi di legge, salmi, profezie, canti e poesie, proverbi. Gran parte delle Scritture Ebraiche, che corrispondono all’Antico Testamento Cristiano, furono scritte a partire dall’ottavo fino al secondo secolo avanti Cristo.

Risulta molto difficile pertanto tracciare la storicità di quello che ci viene raccontato. Si può anche dubitare della figura di Mosè e della cacciata degli Ebrei dall’Egitto. Burton mette in guardia anche il lettore dai cambiamenti di opinione dei vari studiosi che si sono susseguiti nei secoli.

Per quanto riguarda il Nuovo Testamento, l’autore pone in evidenza le differenze narrative contraddittorie dei quattro Vangeli. Gli studiosi moderni hanno messo in luce le molte contraddizioni nella narrazione, contrariamente a quanto hanno fatto nei secoli i diversi approcci ai testi nella traduzione degli stessi.

Un esempio di queste contraddizioni lo si può vedere nel Vangelo di Marco che è anteriore a quello di Giovanni. Quando quest’ultimo sceglie lo stesso Gesù come messaggio, luce e vita del mondo, diventa difficile ricostruire e narrare la sua vicenda. E’ vero che l’arricchisce da un punto di vista letterario, ma mette in luce la figura di Cristo in maniera diversa dagli altri evangelisti.

Uno dei temi centrali in questa situazione è che, sia per i Cristiani che per gli Ebrei, la religione conta di più di quanto possa contare la Bibbia. Il libro viene ad essere collocato in una prospettiva particolare, cioè diventa una “regola di fede”. Il “narrato” diventa “parola” divina. Le due religioni, quella dei Cristiani e quella degli Ebrei vengono a trovarsi in tal modo su due posizioni molto diverse.

L’Ebraismo sceglie la pratica come legge proveniente sia dal Talmud come dalle Scritture. I Cristiani, dal canto loro, nella Bibbia leggono una narrativa sulla caduta degli uomini nel peccato e nella venuta di Cristo al mondo una maniera per salvarsi e conquistare la vita eterna. I Cristiani amano i profeti. Per gli Ebrei il Pentateuco, i primi cinque libri, viene letto regolarmente e sono i libri che contano. Ai profeti si dà poco conto.

John Barton ci descrive la situazione riguardante la lettura del libro da parte degli Ebrei e dei Cristiani come due cerchi che si sovrappongono. Entrambi le religioni attingono alle Scritture ma in maniera diversa, mentre altre parti sono completamente ignorate. Questi due diversi modi di “leggere” sono causa del conflitto tra le due fedi.

I Cristiani hanno tradizionalmente interpretato le Scritture Ebraiche come accadimenti superati. L’Ebraismo è considerato un fossile sopravvissuto. Un possibile incontro tra le due fedi deve partire dai Cristiani i quali dovrebbero considerare l’Ebraismo come una religione che vive, per questa ragione valida di per sè.

Ma cosa accadrebbe poi all’idea Cristiana che Dio ha preparato la via tramite Cristo al popolo scelto? L’Ebraismo continuerebbe ad essere una fede solo per gli Ebrei, il Cristianesimo solo per i non Ebrei.

La Bibbia potrebbe continuare essere considerata come la parola ispirata da Dio pur essendo stata scritta da esseri umani non infallibili. Burton sostiene che questo libro non può essere considerato tale. Può contenere errori e limitazioni, sono la loro stessa identità di scritture a dirlo.

Egli non si limita soltanto a criticare il fondamentalismo dei Cattolici i quali continuano a sostenere che quelle pagine sono essenziali per la loro fede. Barton sostiene che la Bibbia racconta storie alle quali dovremmo credere. Esse creano un mondo nel quale le stesse ci fanno entrare con la nostra immaginazione.

I Luterani però spesso dicono che la Bibbia ci parla di cose che noi stessi non possiamo raccontare se non dopo di aver letto il libro. Un Libro con la maiuscola. Ce ne sono anche altri di libri simili, oltre quelli che appartengono alla biblioteca chiamata Bibbia. Proprio mentre leggevo questo libro in inglese mi sono imbattuto nella recensione di un libro scritto su un altro libro, “scrittura sacra” anch’essa. Quella musulmana, la terza delle religioni monoteistiche: l’Islam.

Anche questa religione poggia tutta la sua forza di fede su un libro: il Corano. Nell’intervista apparsa su “La Lettura” l’autore Adrien Candiard, un frate domenicano che vive in Egitto. Ha scritto un libro per il quale è stato intervistato. Egli dice che”la Bibbia è prosa, il Corano è poesia”, per questa ragione l’Islam è così complicato”.

Non l’ho ancora letto, non so se lo leggerò. Mi vien da pensare e poi dire che tra prosa e poesia, la vita degli uomini, nonostante tutti i libri che sono stati scritti, ieri come oggi, oggi come domani, continuerà ad essere avvolta in quella che il Qohelet chiamò “Hebel”, nebbia. Anche allora i libri erano troppi. E noi continuiamo a leggere libri ...
( )
  AntonioGallo | Mar 15, 2022 |
Non so quante versioni e edizioni di questo libro ho conosciuto, sfogliato e raccolto nel corso del tempo. Ricordo che ci fu un periodo in cui la Bibbia era venduta (non saprei dire se letta) a fascicoli settimanali in tutte le edicole d’Italia. Mio padre, oltre che tipografo, era anche un rilegatore, per anni ha fatto questo lavoro con i libri.

Le piccole biblioteche di casa degli Italiani di un paio di generazioni sono piene di questi libri. Almeno lo sono state. Oggi non so cosa le gente colleziona. Edizioni di cinque, dieci ed anche più volumi che venivano tutti allineati bellamente nel salotto di casa da chi a stento sapeva leggere e credeva anche di poter farsi una cultura. Religiosa o laica, a fascicoli.

Chi se lo poteva permettere, affiancava a questi libri qualcosa di più: i volumi della mitica Treccani che “guerreggiava” spesso con la Britannica, per chi si atteggiava a conoscere la lingua inglese. Oggi, questo tipo di “cultura”, che si manifestava tutta cartacea e patinata, con illustrazioni in quadricromie e copertine in finta pelle, fa parte del museo della memoria.

Posseggo ancora una versione su cassette della Bibbia letta e drammatizzata in inglese, (vedi la foto) oltre a diverse edizioni in video dei Comandamenti di un famoso regista. Nel giro di un ventennio questo libro che è, a dire il vero, una biblioteca, te lo puoi portare appresso sul tuo cellulare.

Un libro, un “testo” sia laico che sacro, diventato il nucleo centrale della cultura occidentale. Ha influenzato la letteratura, la musica, le arti, la nostra stessa storia e le istituzioni. Tuttora le case editrici in tutto il mondo stampano e vendono milioni di copie, anche se continua ad essere un libro piuttosto difficile sotto diversi punti di vista.

Rimane, comunque, il “nutrimento” della fede cristiana. L’autore di questo recente libro in lingua inglese John Barton, pubblicato anche in versione Kindle per pochi euro, cerca di rispondere alla domanda su quanto questa “biblioteca”, formata da una cinquantina di altri libri, continua ad interessare nel mondo di oggi.

Il titolo la dice tutta: “Una storia della Bibbia”. Si sarebbe potuto benissimo chiamare “Una Guida alla Bibbia” in quanto offre al lettore il racconto di come tanti libri, così diversi tra di loro, possano essere stati scritti e accettati come libri guida, (si dice canonici). Ma spiega anche come gli stessi, nel corso dei secoli, siano stati interpretati ed usati per vari e diversi scopi. Il libro di Barton, non a caso, ha per sottotitolo “Il Libro e le sue Fedi”. Si riferisce a quella sia dei Cristiani che degli Ebrei.

C’è un intero capitolo dedicato alla scrittura del libro, vista alla luce delle varie trascrizioni dalle migliaia di papiri sui quali i testi vennero scritti i quali contengono numerose differenze. In un altro capitolo, l’autore discute le svariate traduzioni antiche e moderne fatte nel corso dei secoli e mette in guardia i lettori sulle tante e diverse interpretazioni possibili, incluse quelle dei vari addetti a comunicare la parola del “Signore”.

La Bibbia contiene molti generi narrativi: racconti, metafore, parabole, testi di legge, salmi, profezie, canti e poesie, proverbi. Gran parte delle Scritture Ebraiche, che corrispondono all’Antico Testamento Cristiano, furono scritte a partire dall’ottavo fino al secondo secolo avanti Cristo.

Risulta molto difficile pertanto tracciare la storicità di quello che ci viene raccontato. Si può anche dubitare della figura di Mosè e della cacciata degli Ebrei dall’Egitto. Burton mette in guardia anche il lettore dai cambiamenti di opinione dei vari studiosi che si sono susseguiti nei secoli.

Per quanto riguarda il Nuovo Testamento, l’autore pone in evidenza le differenze narrative contraddittorie dei quattro Vangeli. Gli studiosi moderni hanno messo in luce le molte contraddizioni nella narrazione, contrariamente a quanto hanno fatto nei secoli i diversi approcci ai testi nella traduzione degli stessi.

Un esempio di queste contraddizioni lo si può vedere nel Vangelo di Marco che è anteriore a quello di Giovanni. Quando quest’ultimo sceglie lo stesso Gesù come messaggio, luce e vita del mondo, diventa difficile ricostruire e narrare la sua vicenda. E’ vero che l’arricchisce da un punto di vista letterario, ma mette in luce la figura di Cristo in maniera diversa dagli altri evangelisti.

Uno dei temi centrali in questa situazione è che, sia per i Cristiani che per gli Ebrei, la religione conta di più di quanto possa contare la Bibbia. Il libro viene ad essere collocato in una prospettiva particolare, cioè diventa una “regola di fede”. Il “narrato” diventa “parola” divina. Le due religioni, quella dei Cristiani e quella degli Ebrei vengono a trovarsi in tal modo su due posizioni molto diverse.

L’Ebraismo sceglie la pratica come legge proveniente sia dal Talmud come dalle Scritture. I Cristiani, dal canto loro, nella Bibbia leggono una narrativa sulla caduta degli uomini nel peccato e nella venuta di Cristo al mondo una maniera per salvarsi e conquistare la vita eterna. I Cristiani amano i profeti. Per gli Ebrei il Pentateuco, i primi cinque libri, viene letto regolarmente e sono i libri che contano. Ai profeti si dà poco conto.

John Barton ci descrive la situazione riguardante la lettura del libro da parte degli Ebrei e dei Cristiani come due cerchi che si sovrappongono. Entrambi le religioni attingono alle Scritture ma in maniera diversa, mentre altre parti sono completamente ignorate. Questi due diversi modi di “leggere” sono causa del conflitto tra le due fedi.

I Cristiani hanno tradizionalmente interpretato le Scritture Ebraiche come accadimenti superati. L’Ebraismo è considerato un fossile sopravvissuto. Un possibile incontro tra le due fedi deve partire dai Cristiani i quali dovrebbero considerare l’Ebraismo come una religione che vive, per questa ragione valida di per sè.

Ma cosa accadrebbe poi all’idea Cristiana che Dio ha preparato la via tramite Cristo al popolo scelto? L’Ebraismo continuerebbe ad essere una fede solo per gli Ebrei, il Cristianesimo solo per i non Ebrei.

La Bibbia potrebbe continuare essere considerata come la parola ispirata da Dio pur essendo stata scritta da esseri umani non infallibili. Burton sostiene che questo libro non può essere considerato tale. Può contenere errori e limitazioni, sono la loro stessa identità di scritture a dirlo.

Egli non si limita soltanto a criticare il fondamentalismo dei Cattolici i quali continuano a sostenere che quelle pagine sono essenziali per la loro fede. Barton sostiene che la Bibbia racconta storie alle quali dovremmo credere. Esse creano un mondo nel quale le stesse ci fanno entrare con la nostra immaginazione.

I Luterani però spesso dicono che la Bibbia ci parla di cose che noi stessi non possiamo raccontare se non dopo di aver letto il libro. Un Libro con la maiuscola. Ce ne sono anche altri di libri simili, oltre quelli che appartengono alla biblioteca chiamata Bibbia. Proprio mentre leggevo questo libro in inglese mi sono imbattuto nella recensione di un libro scritto su un altro libro, “scrittura sacra” anch’essa. Quella musulmana, la terza delle religioni monoteistiche: l’Islam.

Anche questa religione poggia tutta la sua forza di fede su un libro: il Corano. Nell’intervista apparsa su “La Lettura” l’autore Adrien Candiard, un frate domenicano che vive in Egitto. Ha scritto un libro per il quale è stato intervistato. Egli dice che”la Bibbia è prosa, il Corano è poesia”, per questa ragione l’Islam è così complicato”.

Non l’ho ancora letto, non so se lo leggerò. Mi vien da pensare e poi dire che tra prosa e poesia, la vita degli uomini, nonostante tutti i libri che sono stati scritti, ieri come oggi, oggi come domani, continuerà ad essere avvolta in quella che il Qohelet chiamò “Hebel”, nebbia. Anche allora i libri erano troppi. E noi continuiamo a leggere libri ...
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  AntonioGallo | Mar 15, 2022 |
shout out to the book that started my faith based crisis. ( )
  akkasai | Feb 26, 2022 |
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The Canadian literary critic Norton Frye (1912-91) wrote of the Bible: "this huge, sprawling, tactless book sit[s] there inscrutably in the middle of our cultural heritage... frustrating all our efforts to walk around it." -Introduction, The Bible Today
The Bible comes to us from the world of the eastern Mediterranean. -Chapter 1, Ancient Israel: History and Language
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"A literary history of our most influential book of all time, by an Oxford scholar and Anglican priest In our culture, the Bible is monolithic: It is a collection of books that has been unchanged and unchallenged since the earliest days of the Christian church. The idea of the Bible as "Holy Scripture," a non-negotiable authority straight from God, has prevailed in Western society for some time. And while it provides a firm foundation for centuries of Christian teaching, it denies the depth, variety, and richness of this fascinating text. In A History of the Bible, John Barton argues that the Bible is not a prescription to a complete, fixed religious system, but rather a product of a long and intriguing process, which has inspired Judaism and Christianity, but still does not describe the whole of either religion. Barton shows how the Bible is indeed an important source of religious insight for Jews and Christians alike, yet argues that it must be read in its historical context--from its beginnings in myth and folklore to its many interpretations throughout the centuries. It is a book full of narratives, laws, proverbs, prophecies, poems, and letters, each with their own character and origin stories. Barton explains how and by whom these disparate pieces were written, how they were canonized (and which ones weren't), and how they were assembled, disseminated, and interpreted around the world--and, importantly, to what effect. Ultimately, A History of the Bible argues that a thorough understanding of the history and context of its writing encourages religious communities to move away from the Bible's literal wording--which is impossible to determine--and focus instead on the broader meanings of scripture"--

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