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Laddar... L' Europa e i Paesi del Mediterraneo: 02 - Franciaav AA.VV
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Itinerari e stile chiarissimi, informazioni essenziali per mettersi in viaggio
di PIETRO CITATI
L´ANNO SCORSO, a Tolosa, ho avuto una strana impressione. Camminando per le strade e la bellissima piazza, non vedevo gli eredi dei borghesi di Balzac e di Flaubert, né i discendenti degli aristocratici, ai quali Saint-Simon elevò un terribile monumento. I francesi sembravano scomparsi.
C´erano soltanto stranieri e semistranieri: ebrei sefarditi, italiani, russi, fiamminghi, polacchi, tedeschi; e moltissimi pieds-noirs, gli antichi colonizzatori dell´Algeria, o del Marocco e della Tunisia (che formano quasi una razza a parte). Ma tutti questi stranieri o semistranieri avevano qualcosa in comune. Erano completamente francesizzati. Non avevano ricordi né nostalgia per la patria; volevano soltanto diventare perfetti francesi, nella mente e nei costumi.
Spesso dimentichiamo quale incredibile forza di assimilazione e di contagio abbia avuto e abbia ancora, la Francia. Pensate alle migliaia di istitutrici, coi loro cappellini fioriti sempre eguali, che nell´Ottocento attraversarono il mondo, creando ovunque piccole e vaste colonie francesi, dove insegnavano la lingua, la buona educazione, e le favole di La Fontaine.
Andate al Champ de Mars o al Jardin du Luxenbourg e vi troverete delle nere poliziotte senegalesi, le quali vogliono vivere soltanto qui, coi loro bei vestiti color pervinca, vigilando sui giochi dei bambini e l´onestà del comportamento dei cani.
Pensate a due grandi scrittori del secolo scorso, Beckett e Cioran, che ebbero in cuore l´Irlanda e la Romania; e, arrivati a Parigi, non pensarono che a scrivere in questa strana lingua dalla sintassi rigida, e dal vocabolario non ricco.
Così, anche oggi, quando tutto sembra minacciarla, la Francia ha conservato in gran parte la forma della propria civiltà: la forma, che è forse più importante dei contenuti.
La civiltà francese è varia, molteplice e contraddittoria, assai più di quella italiana o inglese.
Esiste la Francia di Carlo Magno, di Eloisa, di Villon, di Rabelais, di Montaigne, di Pascal, di Racine, di Watteau, di Voltaire, di Chateaubriand, di Balzac, di Baudelaire e di Monet, e molte altre. Tutte queste France sono diverse tra loro, e obbediscono a ferree leggi nascoste.
Appena arrivate a Parigi, vi accorgete che la realtà è stata trasformata da una mente sottile e tagliente. Qui essa ha modellato gli spazi, e li ha imbevuti di sé, come in nessun´altra città del mondo. Tutto è cristallino e traslucido, come nei quadri del Bellotto; e quel vento che soffia, che spazza e riporta le nuvole su un palcoscenico immenso, quel vento che sa ancora d´Atlantico, è il vento agile dell´intelligenza, che ti costringe a muoverti più veloce. La rete degli autobus è stata preparata da una mente mirabile. La carta della circolazione stradale è chiarissima, sebbene labirintica come la carta dell´India.
Nelle piccole stazioni di vetro, dove vi difendete dalla pioggia, sono segnati gli itinerari degli autobus, le strade percorse nell´andata e nel ritorno, le corrispondenze, e in squillanti colori arancione e celeste le zone a cui si accede con uno o più biglietti.
Questo paese completamente mentale è anche il paese del corpo e delle cose concrete. La Recherche e le centinaia o migliaia di quadri di Monet contengono una tale ricchezza di sensazioni - visive, olfattive, foniche - che è quasi impossibile pensare che abbia abitato in una sola persona. Se andate a cena con amici francesi, dopo venti minuti la conversazione cade sui vini e i formaggi. Io non so nulla di vini e di formaggi. Ma loro sanno tutto e ne parlano con una sensualità precisissima: su quali colline crescono più volentieri i vigneti, il profumo, le annate migliori, la qualità di ogni annata e di ogni casa vinicola. Come è naturale, i vini e formaggi sono soprattutto i simboli. I vostri amici (forse senza saperlo) vogliono ricordarvi che la realtà esiste; e che le sottili sensazioni del palato e dell´olfatto sono forse la parte più squisita dell´uomo.
Oggi, la Francia è profondamente scontenta: più scontenta dell´Italia, che pure ha moltissime ragioni per esserlo. I francesi pensano di essere caduti da un´altezza incomparabile in una mediocrità grigia. Fino a pochi decenni fa, tutto il mondo colto parlava francese: oggi quasi nessuno lo conosce più, come se Pascal e Baudelaire non fossero mai esistiti. La letteratura recente è mediocre: la pittura mediocre: i giornali quasi illeggibili: la classe politica poco migliore della nostra; e molti si rendono conto che, negli ultimi cinquant´anni, i loro maîtres à penser (espressione ridicola) hanno diffuso nel mondo una moltitudine di sciocchezze. Anche l´assimilazione, il più grande orgoglio francese sembra fallita tra gli emigranti arabi delle ultime generazioni. Tutti dicono che la Francia è un paese chauviniste.
Certo, Le Pen è un nazionalista molto più pericoloso di Umberto Bossi e di Roberto Calderoli. Ma, al tempo stesso, con una delle sue tipiche contraddizioni, la Francia è uno dei pochissimi paesi veramente internazionali di oggi.
Pensate alla loro editoria. Gli editori inglesi e americani traducono pochissimo, perché sono convinti che tutti i libri vengono scritti negli Stati Uniti e in Inghilterra.
Gli editori francesi traducono tutto: talora troppo. Se voglio leggere un romanzo cinese del diciottesimo secolo, o un classico arabo o persiano, le opere minori di una scrittrice di oggi, devo comprarli in traduzioni francesi.
La Guida Blu della Francia, che ora viene pubblicata dal Touring Club e Repubblica non ha la straordinaria ricchezza di informazioni delle Guide Rosse uscite l´anno scorso, ognuna delle quali dedicata a una regione italiana. Era giusto che fosse così. La scelta è ottima: comprende l´essenziale; e gli itinerari e lo stile sono chiarissimi.
Non vi resta dunque che mettervi in viaggio, affidandovi alle vostre sensazioni e alla Guida. Non basta andare a Parigi, varcando le porte dell´odioso e interminabile Grande Louvre, che si può percorrere solo in bicicletta o in motocicletta. Andate in provincia, che è oggi la parte più vitale della Francia. Niente Normandia e Costa Azzurra che i francesi hanno distrutto con una ferocia superiore a quella degli italiani verso le coste.
Andate nella parte conservata della Bretagna, e nella misteriosa parte centrale. Sono certo che vi ritornerete spesso, perché la Francia è inesauribile.
(14 febbraio 2006) ( )