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Laddar... En månad på landet (1855)av Ivan Turgenev
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Gå med i LibraryThing för att få reda på om du skulle tycka om den här boken. Det finns inga diskussioner på LibraryThing om den här boken. TURGENEV IN CAMPAGNA TRA VACANZE E TENTAZIONI Classico del teatro russo del secolo scorso, rifiutato quando fu scritto nel 1850 e rivalutato quasi 60 anni dopo, Un mese in campagna di Ivan Turgenev è oggi prima di tutto un commedione romantico, che offre qualche suggestione in grado di commuovere le signore quando trovi sul suo percorso una grossa attrice e un attor giovane di sicure speranze, come accadde nel nostro dopoguerra grazie ad Andreina Pagnani e Giorgio De Lullo. Ma è anche un testo che soffre di crisi d' identità, scontando ancora il fatto di essere stato portato al suo tardivo successo da Stanislavski e cotto in quella salsa Cechov da cui non riesce più a liberarsi, anche se Cechov non è. Solo caratteri piuttosto esteriori e atmosfere ambientali riportano infatti ai moduli del grande medico drammaturgo questo lavoro d' un narratore da lui stesso ammirato affettuosamente ma anche criticato per la sua frivolezza compiaciuta, come testimonia il ritratto caricaturale che ne fece nel Trigorin del suo Gabbiano. Di Cechov ritroviamo comunque la stessa sfaccendata società in vacanza, l' accentuazione della noia e qualche innamoramento non ricambiato in un contesto corale che lega però i suoi sviluppi alla tradizione francese, ignorando del tutto la dissociazione dei dialoghi e la fuga dalla centralità del racconto. In primo piano c' è una signora alla vigilia dei trent' anni, che trascorre le sue giornate lasciandosi adorare da un fedele amico di casa, mentre il marito possidente la ignora. Lei stessa non s' interessa più di tanto al figlioletto e alla più matura ragazza che ha adottato, salvo rientrare nel loro giro all' arrivo di un precettore ventunenne di godibile presenza: l' infatuazione è per lei così nuova da sconvolgerla e renderla a un tempo incerta e crudelmente dispotica nel disporre degli altrui destini. Non accade nulla, ma la famiglia è sottoposta a un cataclisma con confuso risveglio del marito, partenza dei due corteggiatori, matrimonio di comodo per la pupilla incomoda perché possibile rivale e solitudine per la sventurata mancata. La regia di Marco Sciaccaluga, che, sempre al Teatro di Genova, recentemente aveva cercato di sottrarre ' Ivanov' alla più vieta consuetudine cechoviana, si adopera ora al tentativo rovesciato nei confronti di Turgenev e stende la traduzione di Milli De Monticelli sul letto di Procuste, sfrondando dalla pièce ripetizioni, spiegazioni, approfondimenti drammatici che ingombrano quasi ogni battuta, per guadagnare il terreno irraggiungibile dall' allusione e dell' inespresso, mentre provvede a un invecchiamento generale dei personaggi, in linea col mutare dei tempi. Parallelamente le scene di Hayden Griffin inseguono un itinerario di interni che spiano la natura all' esterno con una suggestione gravida di sottintesi. Ma vengono poste di fatto delle felici premesse per qualcosa di cui constateremo l' inesistenza, quando dalla leggerezza delle attese piomberemo comunque a un melodramma che ci lascia spaesati e a mani vuote. Forse alla sua più riuscita prova italiana, alle prese con un repertorio a lei più congeniale, Andrea Jonasson c' incanta (non solo per la bella collezione di costumi approntatale da John Bright) nella fase di preparazione alle lagrime di un' inadeguata tragedia, mentre il giovane Giorgio Lupano, già più volte apprezzato, ha il fisico giusto per incarnare il tentatore suo malgrado, ma si trova spinto verso un' indeterminatezza maliziosamente ambigua e non risolta che non giova alla sua credibilità. Giampiero Bianchi allinea il suo cicisbeo al Gaev appena interpretato nel ' Giardino dei ciliegi' , Laura Nardi, ex Giulietta, è brava nel dare alla pupilla i due volti dell' amore e della frustrazione e il regista Sciaccaluga si conferma un caratterista coi fiocchi, come notoriamente è Gianna Piaz. Troppo corrivo ai manierismi invece stavolta Ugo Maria Morosi, accanto a Federica Granata, Aleksandar Cvjetkovic, Orietta Notari, Jurij Ferrini. Notata la breve apparizione di Camillo Milli, meno le musiche di Andrea Nicolini. Tripudio di un pubblico famigliare in clima di festività. al Teatro della Corte di Genova di FRANCO QUADRI inga recensioner | lägg till en recension
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N©Þr den vackra och uttr©Ækade gods©Þgarinnan Natalja Petrovna f©œr©Þlskar sig i sin sons unge l©Þrare inser hon snart att hon har en rival i sin proteg©♭ Vera. Kan det vara en l©œsning att arrangera ett ©Þktenskap ©Æt flickan?" En m©Ænad p©Æ landet" ©Þr Ivan Turgenevs (1818-1883) fr©Þmsta drama och en av milstolparna i den ryska litteraturen. H©Þr utkommer den f©œr f©œrsta g©Ængen p©Æ svenska. Inga biblioteksbeskrivningar kunde hittas. |
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Google Books — Laddar... GenrerMelvil Decimal System (DDC)891.723Literature Literature of other languages Literature of east Indo-European and Celtic languages Russian and East Slavic languages Russian drama 1800–1917Klassifikation enligt LCBetygMedelbetyg:
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One can clearly see Turgenev himself in the somewhat pathetic Rakitin, and there are some points of interest, such as the ‘courtship’ of the neighborhood farmer, which is essentially an offer through an intermediary, as well Natalya commenting more than once on how “old” she is at age 29, while advising the 21 and 17 year olds. However, while I’d like to rate the play higher and feel a sense of loyalty to Turgenev, there is just not enough happening here; the dialog is repetitive and the storyline plods along until the end.
Just this quote, on love, particular poignant given Turgenev’s own situation:
Belyaev: “…I think that to be loved by a woman whom one loves must be a great happiness.”
Rakitin: “Long may you live under that pleasant illusion! I believe, Aleksei Nikolaich, that every kind of love, whether happy or unhappy, is a real calamity if you surrender to it wholly.” ( )