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Laddar... Novecento,Atto Secondoav Bernardo Bertolucci
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Google Books — Laddar... GenrerMelvil Decimal System (DDC)791.43The arts Recreational and performing arts Public performances Film, Radio, and Television FilmBetygMedelbetyg:
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I protagonisti sono due italiani nati nello stesso giorno, il 27 gennaio 1901, data di morte del celeberrimo compositore Giuseppe Verdi[4], e nello stesso luogo, una grande azienda agricola emiliana, ma separati dalla diversa posizione sociale: Alfredo Berlinghieri, figlio dei ricchi proprietari, ed Olmo Dalcò, figlio illegittimo di Rosina, una contadina[5] che lavora per la famiglia Berlinghieri (che lo ha avuto con un uomo noto solo a lei). I due, crescendo, stringono un legame d'amicizia, a dispetto della diversa estrazione sociale. La realtà sociale vede le lotte socialiste dei poveri contadini, lo scoppio della Grande Guerra, e nel dopoguerra la nascita del fascismo e la sua ascesa al potere; tutto cambierà con la caduta del fascismo e la feroce guerra civile tra partigiani e fascisti: le ultime scene del film sono ambientate il 28 aprile 1945.
L'ultima parte del film si riallaccia alle scene iniziali, quando, durante il sospirato giorno della Liberazione, il guardiano Attila viene giustiziato nel cimitero, di fronte alle tombe delle sue vittime, e Alfredo viene preso in ostaggio dal ragazzino armato di fucile, ricevuto dai partigiani. Olmo, creduto morto, ricompare ed inscena un processo sommario al padrone Alfredo Berlinghieri.
Il legame di amicizia prevale e Olmo "condanna" Alfredo ad una morte virtuale (in realtà sottraendolo al linciaggio), inizialmente poco compresa dagli altri paesani, ma alla fine coralmente accettata con una sfrenata e liberatoria corsa nei campi, sotto l'enorme bandiera rossa cresciuta e tenuta nascosta durante il ventennio. Sopraggiungono, con autocarri, i rappresentanti del Comitato di Liberazione Nazionale, incaricati del disarmo dei partigiani. Proprio Olmo accetta per primo di deporre il fucile, dopo aver sparato in aria per simboleggiare l'esecuzione della parte vile e malvagia del suo amico più caro.
Alfredo ed Olmo iniziano così a scherzare di nuovo, accapigliandosi come da bambini. Il film si chiude con i due amici che, ormai anziani, continuano ad alternare atti di amicizia e litigi nei luoghi dell'infanzia, con Olmo che, come faceva da bambino, "sente" la voce del padre (mai conosciuto) in un palo del telegrafo, e Alfredo che si uccide (come suo nonno, nel solco della tradizione dei Berlinghieri) imitando il gioco goliardico che, da piccolo, lo spericolato Olmo compiva sui binari del treno in arrivo (mettendosi però di traverso). ( )