Guido Convents

Che il Ruanda del genocidio sia oggetto di una fioritura di produzioni documentaristiche e di fiction non è una notizia, ed è comunque interessante conoscere le dure polemiche che hanno accompagnato l'uscita di Hotel Rwanda e le accuse mosse dall'interno del paese a Paul Rusesabagina, lo "Schindler" ruandese che ha ispirato il film. Come pure la storia, di tutt'altro tenore, della preparazione e dell'accoglienza di Sometimes in April dell'haitiano Raoul Peck.
Ma ancor più interessante è fare la conoscenza degli autori e autrici di cinema e di televisione che fabbricano immagini anche nel cuore dell'Africa. Convents, poi, che è anche storico e antropologo, non poteva non riandare, come aveva già fatto per il Congo-Zaire in Images & démocratie, alla storia delle immagini in movimento fin da quando la terra degli hutu e dei tutsi si chiamava Ruanda-Urundi. Il suo lavoro non si riduce insomma a un catalogo di film e registi locali, ma attraverso la storia delle immagini (in larga parte di produzione occidentale) restituisce una «storia politico-culturale», il clima di un'epoca. Anche al «cinema missionario», e poi allo sguardo della Chiesa locale a cinema e tivù, è dedicato un congruo numero di pagine.… (mer)